NON CI FERMEREMO PRIMA DI LORO

Sono oramai 3 mesi che i tentativi di imporre il 10 gennaio ai lavoratori sta trovando grosse
difficoltà sui territori.
Grazie alla mobilitazione i lavoratori hanno scoperto la possibilità di riappropiarsi del diritto alla
parola riconoscendo all’unità quel valore che oggi caratterizza la nostra forza.
Quella forza che ci ha portato a gridare tutti insieme un secco No, senza se e senza ma, a quello
scempio targato 10 gennaio.
Questo ha impantanato i sindacalai un po’ dappertutto ed i tavoli stanno saltando come birilli e
questo è di sicuro merito di quanto abbiamo fatto tutti insieme fin qui.
Ma abbiamo fatto solo un passo, importante ma non risolutivo, per questo occorre, ancor più
adesso, non mollare.
Come sapete questa vertenza ci vede tutti impegnati come ANLM, in un fronte che vede anche il
sostegno dei Cobas e dell’USB, ma l’esperienza dell’Assemblea ci ha portato ad avviare i primi
contatti con una realtà simile alla nostra che coinvolge macchinisti e capitreno, Assemblea
Nazionale PDM-PDB, chissà che col tempo, dal basso siano i ferrovieri che riescono a costruire
quell’unità di intenti che gli apparati sindacali hanno fin qui frammentato.
Ci aspettiamo che in alcuni territori i firmatari chiamino i lavoratori alla lotta cercando di
recuperare consenso, ma noi siamo gli artefici del nostro destino, vogliamo esserlo e per questo
rilanciamo la mobilitazione perchè non ci faremo dettare l’agenda da altri.
Sono tre gli aspetti principali che devono essere rigettati dall’accordo del 10 gennaio, che è dannoso
nel suo impianto complessivo.

  • Le condizioni di vita e di lavoro a cui ci vogliono piegare devono essere assolutamente
    rigettate,
  • le prospettive che vedono il nostro settore fortemente a rischio e che lasciano presagire una
    esternalizzazione selvaggia che ne minerebbe le fondamenta,
  • la scelta di formalizzare un modus operandi, completamente plasmato sulle modalità
    operative delle ditte appaltatrici, riporta il problema della sicurezza sul lavoro in una
    posizione di arretratezza che avrà conseguenze devastanti.

Per questo diciamo no al 10 gennaio nel suo insieme e allo stato dell’arte i sindacati dovrebbero fare
una cosa sola, ritirare la firma e confrontarsi coi lavoratori per impostare questa partita in maniera
completamente diversa.
Altrimenti si facessero da parte che hanno gia fatto troppi danni.
Una piattaforma semplice, 3 punti ma che colgono l’essenza di un progetto riorganizzativo che se
non contrastato sarà devastante.
Quindi non dobbiamo fermarci, dobbiamo dettare il passo, sarà chiaro a tutti che non ci
accontenteremo delle prebende con cui qualcuno pensa di liquidarci.
Stiamo rafforzando l’Assemblea, dovremo essere in grado di garantire una lunga tenuta, su questo
siamo tutti impegnati quotidianamente, ma adesso è il momento di dare un altro segnale forte, per
questo abbiamo indetto uno sciopero per il 3 maggio, che sarà fortemente comunicativo gia nella
sua costruzione, abbiamo cose da dire, abbiamo ragione e nessuno potrà impedirci di farlo.
Stiamo definendo le modalità con cui costruire quella giornata e le presenteremo nell’assemblea che
verrà indetta prima del 25 aprile.
La stagione dei saltimbanchi è finita, abbiamo smesso di credere a tutto e soprattutto abbiamo
dimostrato che tutti insieme siamo una forza.

Siamo realisti, chiediamo l’impossibile.

Venerdì 3 maggio 2024

Sciopero di 24 ore di tutto il personale della

Manutenzione Infrastruttura di RFI

Di seguito la lettera scaricabile in pdf:

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