UN PO’ DI CHIAREZZA PER NON DIMENTICARE

La flessione dello sciopero del 6 settembre ha attivato reazioni discordanti, ma a restituire la specificità e l’importanza della nostra vertenza contro il 10 gennaio ci ha pensato il nostro AD Donnarumma, illustrando molto bene quali siano i desideri della Società. Grazie al suo intervento ha chiarito, ora più che mai, che questa vertenza ha una importanza vitale e non può certo essere annacquata facendola diventare un calderone di problematiche con le quali si parla di tutto ma di fatto non si punta a nulla.

Pertanto abbiamo indetto il settimo sciopero contro l’accordo del 10 gennaio mercoledì 9 ottobre.

Quello che abbiamo detto fin qui sia all’azienda che alle O.S. firmatarie, in merito all’accordo del 10 gennaio, lo diciamo anche all’USB che cerca di imporci la resa su questo terreno, promuovendo l’idea che dovremmo intrupparci tutti in una partita di rivendicazione contrattuale generica, partita che nella realtà dei fatti gestiscono le O.S. firmatarie, perché in linea con il progetto politico della loro organizzazione.

L’ ANLM nasce per lottare contro il processo di riorganizzazione che trova nell’accordo del 10 gennaio le sue basi, permettendo a tutti i lavoratori della Manutenzione Infrastruttura, a prescindere dalla propria appartenenza sindacale, di poter lottare insieme per fermare questo scempio.

Riteniamo tutti che esista chiaramente un problema di rappresentanza in questa vicenda, ed è per questo che ci siamo dotati anche dello strumento del sindacato; ma pensiamo anche che la scelta di chi ci debba rappresentare abbia senso solo se fatta con consapevolezza.

L’ultima cosa di cui hanno bisogno i lavoratori è quella di essere reclutati da una parte o dall’altra, con l’unica prospettiva di ritornare nel guscio e continuare ad accettare l’idea che ci sia qualcun altro che pensi per loro, sperando che chiunque si candidi a questo ruolo lo faccia realmente.

Per chi sta lavorando attivamente nell’Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione, la distanza creatasi con l’USB è nota da molti mesi. Fallito il loro tentativo di assumere il controllo dell’Assemblea, i tentativi di neutralizzarne qualsiasi sua iniziativa posta in essere sono stati continui e molto spesso assai sgradevoli.

Il disperato tentativo di riprendere il comando ha prodotto comportamenti che stanno risultando di contrasto netto alla lotta che da più di 8 mesi stiamo conducendo contro l’accordo del 10 gennaio. Per carità, ognuno deve seguire la sua intuizione, giusta o sbagliata che sia, ma non si può imporla a tutti adoperando, tra l’altro, una ambiguità nel metodo e nel merito che ricorda troppo quella dei sindacati di cui i lavoratori dovrebbero cercare di liberarsi.

Lo schema è sempre lo stesso: le solite 5 o 6 persone che da mesi si sono divise i compiti e, vestendo i panni di quelli che, in gergo tecnico, sono definiti Troll, tentano di generare conflitto sulle chat, come se questo potesse portare qualcosa di positivo ai lavoratori.

Sappiamo che appena pubblicata questa riflessione potrebbe scatenarsi di tutto.

Crediamo anche che il lavoro distruttivo (i Troll fanno così) dei colleghi dell’USB, ha portato in questi mesi ad uno stillicidio, provocando inoltre confusione sugli obbiettivi. Non è certo mancata loro la spregiudicatezza nel tentare di buttare tutto all’aria pur di mettersi al comando di qualcosa: fossero anche solo macerie, l’importante è che alla fine rispondano a loro.

Il clima che USB ha generato negli ultimi mesi ha, se non altro, evidenziato meglio le loro vere intenzioni. Basterebbe pensare alle ultime assemblee online prima degli scioperi del 7 luglio e del 6 settembre: a parte la prepotenza dimostrata nel voler imporre come assoluto il loro punto di vista, sono stati chiari anche sulla loro proposta.

Proposta che si può riassumere così: la lotta contro il 10 gennaio e le sue conseguenze è di retroguardia, e lo è ancora di più quella che i lavoratori stanno portando avanti per impedire la firma degli accordi territoriali dove ancora la pressione dei lavoratori sta ottenendo il suo scopo. Su questa base non bisogna considerare il 10 gennaio un oggetto, quindi via il 10 gennaio dalle ragioni della vertenza, citandolo oramai solo per ragioni di opportunità, in modo da doverli seguire prima in una battaglia per il rinnovo contrattuale e poi magari, con nuove parole d’ordine, verso la messa in discussione di tutto il sistema messo in piedi negli ultimi 20 anni.

Addirittura, se si pensa che nell’assemblea del 2 settembre il punto da cui partire doveva essere, secondo loro, l’accordo di settore del 2004, risulta evidente che allargando così tanto la forbice rendendo così ancora più difficile la prospettiva di un risultato, la possibilità di ottenere risultati concreti si allontana notevolmente.Chiusura dei giochi

Detto questo prendiamo atto delle distanze che hanno portato a formalizzare la rottura di un fronte che, a dire il vero, almeno nelle finalità, non è più unitario da molti mesi, ma che con i tentativi di imporre la propria agenda sulle chat e nelle assemblee, ha spaccato di fatto qualsiasi parvenza di unitarietà in occasione dello sciopero del 6 settembre, cercando tra l’altro, durante l’assemblea del 2 settembre, di imporre il proprio presidio al Ministero del Lavoro.

Per dovere di cronaca ricordiamo che già da diversi giorni era stata lanciata sulle chat l’iniziativa alla RAI, ma ancor più importante è stato che quando si sono presentati in assemblea, cercando di imporre una votazione sulla nostra legittimità a fare il presidio alla RAI (anche se ANLM funziona in maniera diversa, ma su questo ci torniamo dopo), non c’era nemmeno la possibilità per i partecipanti di scegliere quale iniziativa fosse quella condivisa. Infatti si sarebbe votato sull’iniziativa alla RAI, ma non era assolutamente in discussione quella al Ministero del Lavoro che, per dei campioni della democrazia (da tastiera ovviamente), non è stata una bellissima figura; per chi ha capito da mesi come si muovono non è stata una novità, ma speriamo che questi aspetti li abbiano notati anche gli altri presenti che hanno avuto la fortuna di non averci mai avuto a che fare.

E’ evidente che l’USB oramai sta vedendo l’ANLM come una specie di laghetto di trote da allevamento in cui venire a pescare qualche pesce senza nemmeno chiedere il permesso.

Questo è irrispettoso per tutti i manutentori che da più di 8 mesi stanno lottando contro l’accordo del 10 gennaio, e lo è ancor di più per chi, da tutto questo tempo, sta fornendo gli strumenti che servono a garantire il proseguo della lotta, comprese le chat su cui tutti i lavoratori possono confrontarsi e che USB utilizza per fare propaganda senza alcun rispetto dello strumento di cui abusa.

Per questo riteniamo che occorra ristabilire un equilibrio.

Tutti i sindacati hanno i loro strumenti di comunicazione: CGIL, CISL, UIL, OrSA, UGL, Fast e USB hanno i loro nei quali non pensiate di poter pubblicare alcunché non sia conforme agli interessi della organizzazione.

Detto questo, va da sé che non abbiamo iniziato questa lotta e attivato una rete che ha messo in comunicazione tutti i manutentori di RFI per farla diventare il bacino in cui pescare di una qualsivoglia organizzazione sindacale.

Pertanto, dopo aver garantito più di 8 mesi di vetrina, ad USB principalmente, riteniamo che le chat debbano tornare alla loro funzione originaria: USB dovrebbe a questo punto avere le gambe per poter camminare da sola e chi vorrà cercare i loro materiali potrà farlo sui loro strumenti di comunicazione; se non sapete come fare basterà cercarli su Google.

La Confusione, a cui contribuiscono molti fattori (ovviamente non solo l’USB) che sta investendo un po’ tutti, non aiuta la nostra lotta; è necessario cercare di ripristinare un livello di confronto che sia più mirato e accessibile a tutti. Pertanto nel riorganizzare le Chat occorrerà definire alcune regole di utilizzo che permettano a tutti di comunicare, senza che una certa attitudine alla prevaricazione finisca per inibire la parola a qualcuno.

Nessun materiale delle O.S. rimarrà sulle chat quindi anche la sezione “News dalle O.S.” sparirà. La propaganda e la comunicazione ai propri iscritti verrà fatta da ogni organizzazione sindacale con i propri mezzi (com’è giusto che sia).

Nelle chat i lavoratori devono poter avere la tranquillità di potersi esprimere; ognuno potrà dire ovviamente ciò che pensa e proporre ciò che ritene giusto, sapendo però accettare anche il punto di vista degli altri. Ovviamente potrà esserci un confronto e non è detto che tutti possano sempre pensarla allo stesso modo, ma quel retrogusto prevaricatorio che porta all’arroganza e a volte all’offesa, potrebbe essere messo in discussione.

Siamo tutti adulti e abbiamo tutti un problema da risolvere: l’accordo del 10 gennaio; come Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione siamo nati per questo e per questo lavoriamo ininterrottamente da più di 8 mesi, senza alcuna intenzione di mollare.

Se l’argomento non interessa è legittimo; quello che non è legittimo, però, è cercare di impedire agli altri di affrontarlo.

Prima di chiudere, però, una piccola puntualizzazione viste le troppe “inesattezze” (ovviamente per essere gentili) che abbiamo letto e sentito in questi mesi.

L’Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione esiste dal primo giorno di questa lotta; sin da subito ha costituito un gruppo di lavoro che si occupa di fornire ciò che serve alla mobilitazione, alle sue iniziative, alla sua tenuta e che nel tempo si è dotata degli strumenti che servivano per andare avanti (dopo su questo ci torniamo).

Per garantire la massima comunicazione possibile tra i lavoratori, siamo sparsi per tutta Italia. La formula novecentesca dell’assemblea in presenza, che quindi diventava il punto decisionale perché l’unico momento in cui ci si poteva confrontare, ci ha portato a cercare una soluzione che fosse più partecipativa. Abbiamo quindi costituito una rete utilizzando i social, che ci ha permesso di mettere in relazione manutentori da tutte le regioni, che per la prima volta si confrontavano tutti insieme. Si potrebbe dire che siamo in assemblea permanente da più di 8 mesi, e tutto quello che il gruppo elabora finisce sulle chat e può essere discusso, analizzato, criticato o quant’altro.

L’assemblea generale, che di solito mette a punto quello che è già stato discusso, non ha mai assunto il ruolo di vidimatore del tutto. Ruolo che complicherebbe inutilmente l’organizzazione delle cose e, sopratutto, azzererebbe e vanificherebbe tutto il contributo prodotto dalle chat. In merito a questo c’è da dire due cose: la prima è che finché l’USB ha avuto la sensazione di avere sull’ANLM il controllo egemone (prima), e la speranza di recuperarlo (poi), questo problema non è mai stato posto; e la seconda è che una volta perse le speranze, a sollevare strumentalmente il problema sono sempre stati solo i Troll.

Quindi le obiezioni di verticismo sono pretestuose; è facilmente dimostrabile il contrario ed inoltre, a onor del vero, il gruppo di lavoro è rimasto sempre coeso ed è cresciuto col tempo, dopo che la cappa coercitiva ha perso la sua efficacia.

Un ultimo accenno è da dedicare agli strumenti utilizzati.

Il gruppo di lavoro si occupa di ciò che serve al proseguo e alla tenuta della lotta. Fermo restando che è stato sempre aperto, ad oggi è riuscito a colmare su più fronti le lacune che di volta in volta ci stavano ostacolando nel portare avanti il contrasto, trattando aspetti organizzativi, materiali, o altro, come ad esempio avviare un rapporto con gli avvocati.

Ad un certo punto ci siamo resi conto del problema di avere una autonomia sindacale. Ritornare tra le grinfie dei firmatari, o finire intruppati con l’USB, che sta da mesi cercando di dismettere la nostra lotta per portarci a fare altro, non migliorava la situazione, pertanto abbiamo agito come abbiamo sempre fatto. Verificata la possibilità di farlo (per la genesi basta leggere il documento che potete trovare su anlm.it) abbiamo pubblicato il documento sulle Chat, prima non avrebbe avuto senso; il 10 luglio abbiamo fatto un’assemblea specifica online, in cui abbiamo spiegato cosa avevamo intenzione di fare, come l’organizzazione sindacale sarebbe stato un ulteriore strumento a disposizione, che poteva essere utilizzato o meno, ma che comunque ci avrebbe permesso di fare una serie di cose senza dover dipendere dal progetto politico di nessuno. Con questa modalità abbiamo presentato la cosa, rimasta a disposizione delle osservazioni di tutti prima di registrarlo alla fine di luglio. Le obiezioni, manco a dirlo, sono arrivate dai Troll, perché gli unici che non vogliono che ANLM esista, ancor più che abbia un suo sindacato sono quelli dell’USB.

O meglio loro e l’Azienda, la cosa buffa è che ad un certo punto l’Azienda si dovrà rassegnare, mentre da quelli dell’USB non ci aspettiamo nemmeno quello.

Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione

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