Ecco il comunicato stampa inviato alle testate giornalistiche nazionali e regionali in occasione del G7 sul Turismo che si terrà a Firenze a partire dal 13 novembre 2024. Proprio in questa data, durante il nostro sciopero, cercheremo di consegnare una lettera ai Ministri che presenzieranno al G7.

Comunicato:

Lettera ai Ministri del Turismo:

G7 SUL TURISMO. FIRENZE 13-14-15 NOVEMBRE 2024
VERAMENTE CONSIGLIERESTE AI TURISTI DI USARE IL TRENO?

Siamo qui oggi perchè riteniamo paradossale si possa discutere di turismo senza considerare quanto stia accadendo al trasporto ferroviario in questo paese.Ovviamente la nostra attenzione è rivolta a chi in questo contesto rappresenta il nostro paese e sembra fare di tutto per ignorare le cause di questo disastro.
Dal 3 giugno viaggiare con il treno in Italia è diventato assai complicato. Ormai i ritardi, sempre più frequenti, stanno da mesi rappresentando l’unica costante di un trasporto ferroviario che cede il passo all’incertezza come peculiarità costante. Mentre chi usa a vario titolo il treno, fa i conti con un disservizio che la riorganizzazione partita il 3 giugno impone, di contro, a tutti i livelli politici e mediatici abbiamo assistito ad un impegno costante nell’assecondare i tentativi di occultare le responsabilità di questa riorganizzazione, sposando passivamente l’ipotesi che una serie di fenomeni, partendo dai lavori del PNRR fino ad arrivare addirittura ad un chiodo in grado di crocifiggere una stazione come Roma Termini, potessero diventare l’alibi perfetto per non dover affrontare responsabilità che dovrebbero essere considerate tutt’altro che casuali. Quello che sta accadendo in RFI ha una matrice precisa, e meriterebbe quantomeno di essere osservata per quello che è, non fosse altro perché l’azionista di maggioranza del gruppo FSI, e quindi anche di RFI, è lo Stato; particolare non di poco conto che dovrebbe interessare tutta la comunità nel suo insieme.
La scelta di far collassare il sistema dell’infrastruttura, porta a due soli risultati, il primo di delegittimare il ruolo dei manutentori mettendoli nell’impossibilità di operare accreditando a loro responsabilità che andrebbero ricercate altrove, il secondo aprire le porte ad un processo di privatizzazione che permetterà alle imprese appaltatrici di fare man bassa delle ingenti risorse che girano attorno al mondo della manutenzione dell’infrastruttura.E qui sarebbe importante capire quale sia l’interesse per lo stato di diventare il volano attraverso cui far transitare i soldi verso chissà quale “Famiglia”.Tutto questo passando per un pesante deterioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza dei manutentori che grazie ad un accordo sottoscritto con i sindacati (che teniamo a precisare non avevano ricevuto alcun mandato dai lavoratori) Il 10 gennaio 2024, ha fatto sì che il 3 giugno RFI partisse con un processo di riorganizzazione che è alla base di tutto quanto di negativo sta accadendo nel settore della manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria. A questo va aggiunto che le più banali regole che avrebbero dovuto garantire condizioni di lavoro dignitose, hanno lasciato il passo al principio di arbitrarietà che sta oramai dettando la linea senza alcun contrasto da parte di quei sindacati che ne hanno favorito la realizzazione. Un operazione che dimostra di essere, tra l’altro, senza scrupoli, poiché formalizza e legittima quelle modalità operative che generano il contesto in cui poi accadono incidenti mortali come Brandizzo.
Detto questo stiamo verificando come sia molto difficile riuscire a portare all’esterno la realtà dei fatti perché, per riuscire a parlare di quello che sta accadendo in RFI, sembra che l’unica possibilità sia morire (è stato l’unico momento, purtroppo, in cui siamo riusciti a dire qualcosa ai media), e sinceramente non è ammissibile che sia l’unica possibilità affinché qualcuno si accorga che esistono problemi seri in RFI. Ovviamente questa vicenda interessa sicuramente i lavoratori del settore, ma per molti altri aspetti, questo processo riorganizzativo impatta sul paese nel suo insieme sia nell’immediato che in prospettiva, e attiene alla regolarità e alla sicurezza del servizio stesso.
Quando gli interessi sono così grandi e le conseguenze così devastanti, l’unica possibilità concreta perché avvenga un cambio di passo è che si rompa il muro del silenzio e la comunità sappia farsene carico. Ci appelliamo quindi alla possibilità che la logica ed il buon senso, almeno per una volta prevalgano e che si intervenga immediatamente per fermare quello che è più di un disastro annunciato. Per questo vi chiediamo un incontro, al fine di poter dettagliare quanto fin qui brevemente riportato, riteniamo di poter offrire una prospettiva utile per comprendere la natura profonda del problema. Queste sono le ragioni per cui scioperiamo e riteniamo che non sia rimandabile il quesito che riproponiamo a chi oggi rappresenta gli interessi di questo Paese.

VERAMENTE CONSIGLIERESTE AI TURISTI DI USARE IL TRENO?

Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione

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