Come tutti quelli che aspettavano la sentenza sul 28 promosso a Bologna, non abbiamo gioito alla notizia dell’esito negativo, anche se a differenza di altri non riteniamo sia l’elemento che compromette il senso della lotta che stiamo portando avanti.
Non abbiamo mai pensato che da sola la via legale risolvesse tutto e questa situazione forse dovrebbe darci una sveglia, perché nessuno ci regalerà niente.
La discussione nel merito possiamo anche farla, ma al momento occorre che questo non generi una sorta di psicodramma; vedere come la giudice sia stata condizionata nel giudizio dall’esito del 28 di Ancona, suggerirebbe apprezzamenti che vorremmo evitarci, pertanto guardiamo avanti.
Prima cosa che dobbiamo comprendere è che se questo è stato uno stop, volendo si potrebbe provare a riprendere; occorrerebbe che chi lo ha promosso si coordinasse, magari per gestire meglio le argomentazioni, creando così un contraltare ad un risultato che aldilà di tutto sembra fortemente pilotato.
Prima dell’esito dei 28 tutti, se non ricordiamo male, i vari promotori si erano dichiarati intenzionati ad impugnare un possibile esito negativo su Bologna ;in assemblea si erano spinti anche oltre, rispondendo a domanda diretta che aldilà dell’esito del 28 avrebbero comunque proseguito l’opposizione alle scelte aziendali. Speriamo che ci sia coerenza su questo, non vorremmo assistere a qualche maldestro tentativo di rientrare nei ranghi, i lavoratori non lo meritano e se ne ricorderanno.
Detto questo, non dimentichiamoci che in questo momento il nervo scoperto che sta mostrando RFI deve essere il nostro obiettivo principale, per questo dobbiamo ribadire la nostra opposizione con forza al 10 gennaio e alle conseguenze di questa riorganizzazione, siamo nelle condizioni di evidenziarne tutti i limiti, quindi ora più che mai, sta a noi dare un segnale forte, non dare disponibilità, lavorare in regola, partecipare alle iniziative dell’assemblea e proporne cercando di essere parte attiva di quello che stiamo facendo.
Lo sforzo di tutti ci rende più forti, e il 13 novembre che è la data del prossimo sciopero, cerchiamo di farlo diventare un momento che debbano ricordarsi. Possiamo dargli molto più fastidio di quanto immaginiamo, se siamo uniti, come lavoratori abbiamo la forza che serve, basta non dimenticarlo.
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