IL 7 LUGLIO SARA’ IL QUINTO SCIOPERO CONTRO L’ACCORDO DEL 10 GENNAIO, CONTRO UNA RIORGANIZZAZIONE FEROCE CHE PUNTA AD AZZERARE OGNI REGOLA.
FORSE CI VORRA’ DEL TEMPO MA CI RIPRENDEREMO QUELLO CHE E’ NOSTRO
Il 7 luglio si sciopera contro l’accordo del 10 gennaio e contro una riorganizzazione di cui tutti noi stiamo vedendo gli effetti. Sarà il 5° sciopero e dovrebbe essere chiaro il tipo di partita che stiamo giocando; stiamo fronteggiando un attacco frontale che ha due obiettivi evidenti: da una parte piegarci (cosa che vale anche per le doit che hanno visto la firma degli accordi, ma dopo ci torneremo su questo aspetto) e dall’altra ricondurci, sconfitti e sottomessi, al controllo dei sindacati firmatari che hanno bisogno della resa dei lavoratori per poter avere un ruolo. Centrato il problema dobbiamo decidere cosa vogliamo fare noi, è inevitabile; siamo arrivati fin qui perché negli anni abbiamo sempre delegato ad altri tutto, consegnando la nostra vita, mani e piedi, a soggetti che ne hanno fatto quello che hanno voluto, troppo spesso accontentandoci nella migliore delle ipotesi di promesse vuote.
Siamo da sempre sognatori e quando qualcuno ci promette la luna (e a volte molto meno) tendiamo a farci abbindolare perché, in fondo, viviamo di speranza. Quello che però ci accade oggi è una doccia fredda che dovrebbe aver sancito in maniera definitiva che dobbiamo affrontare il problema o saremo destinati a soccombere e ricordiamo, se ce ne fosse bisogno, che il 10 gennaio è solo l’inizio. L’impatto dell’iniziativa aziendale è devastante e lo stiamo vedendo tutti, ma lo sapevamo: il 3 giugno è iniziata la partita vera, lo stiamo dicendo dall’inizio, ma questa è una ragione in più per non mollare; un’azienda che può prendersi carta bianca e fare ogni cosa va fermata, riconoscere l’efficacia del suo modo sarebbe la fine sotto ogni punto di vista. Per resistere e contrastare nel giusto modo questo abuso di potere, occorre utilizzare quello che abbiamo, sforzandosi di trovare nuovi modi e utilizzarli tutti; quello che sarebbe opportuno non fare è innamorarsi di percorsi che spesso nemmeno sono praticabili, e che in ogni caso non portano da nessuna parte. Ogni tanto nelle chat leggiamo segnali di sconforto, provocati dalla mancanza di soluzioni immediate o dall’idea che siamo destinati a soccombere e quindi tanto vale cercare la carezza del “padrone” come elemento di sollievo. È il punto di vista delle OOSS firmatarie con la Fit-Cisl che sta facendo scuola per come predica questo concetto anche ultimamente; qualche lavoratore se ne fa interprete e cerca di diffondere questo sentimento tra i lavoratori, e tutto questo rischia di farci perdere il baricentro. Perché è importante scioperare il 7 luglio dovrebbe essere facile da comprendere, ma le aspettative a volte tendono ad essere cattive interpreti. La funzione principale dei nostri scioperi è ribadire con forza la nostra contrarietà a questo processo riorganizzativo folle e ad un accordo (10 gennaio) che ci è stato imposto da chi lo ha sottoscritto senza alcun mandato. Più alta è la partecipazione, più è chiara la nostra tenuta e la nostra determinazione, seppur non sempre sia percepita da tutti allo stesso modo, è quella che sta condizionando i pur fragili equilibri che si sono determinati in questa vertenza. Mantenere o aumentare questa pressione impedisce la stabilizzazione di un quadro che per rafforzarsi ha bisogno di non essere ostacolato. Per questo è vitale che se da una parte scioperiamo compatti,dall’altra dobbiamo sfoggiare la nostra arma migliore che è quella di lavorare in regola, che sta già bloccando attività quotidianamente, ma possiamo e dobbiamo fare di più. Ci teniamo a spiegare meglio perchè il 7 luglio e perchè domenica, perchè anche se in pochi, ma alcuni non hanno colto il senso. Per prima cosa dobbiamo partire dal fatto che sulle date degli scioperi non sempre si può avere il controllo assoluto delle tempistiche, c’è una legge con cui dobbiamo fare i conti e il 7 era l’unica data possibile. Abbiamo però pensato che fosse l’occasione per sviluppare quello che più volte è stato richiamato nelle assemblee, cioè provare a condividere con l’assemblea Nazionale PDM e PDB un momento di lotta comune e questa poteva essere l’occasione per farlo. Inoltre, ovviamente è sul piano simbolico, riprendersi la domenica, che per noi è sempre stato un giorno da dedicare alla famiglia e alla propria vita, assume una valenza molto importante, così rivendichiamo tra le altre cose il diritto a riprenderci il nostro tempo. Per questo sarà un segnale importante, prima della franchigia estiva, scioperare compatti per ricordare a tutti che non molleremo.
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