LA DOIT DI ROMA E’ CADUTA
QUANDO IL GATTO NON C’E’
I TOPI BALLANO

Nemmeno il tempo di riprendersi dopo lo sciopero del 3 maggio, giusto il tempo di sottolineare la determinazione che i manutentori hanno saputo esprimere in corteo a Firenze, che arrivati a lunedì abbiamo dovuto registrare l’ennesimo contraccolpo anche se, diciamocelo, abbastanza prevedibile.
Roma è caduta, era nell’aria da tempo, questi sorci appena hanno potuto sono corsi tra le braccia dell’Azienda che è l’unico soggetto che avrebbe potuto dare loro conforto.
Questa lotta è così, immaginarla con una dinamica lineare, pronta a risolversi in poco tempo, rischia di portarci fuori strada inducendoci a fare errori che non possiamo permetterci.
Dopo lo sciopero del 13 marzo, abbiamo sentito parlare di sindacati sconfitti, addirittura di una possibile tregua fino al 3 giugno, dando per scontato l’annichilimento di questi sindacalai, che invece non hanno alcuna intenzione di mollare l’osso.
Questo dovremmo averlo sempre chiaro, perchè non possiamo dire un giorno che sono il male assoluto (e lo sono, eccome se lo sono), sperando il giorno dopo che abbiano ancora un minimo di decenza da offrire. Quello che dobbiamo fare è mantenere la barra dritta: non possiamo sperare nella redenzione di questi cialtroni, dobbiamo contare su noi stessi, è l’unico modo che abbiamo per portare a casa risultati.
Non essere riusciti a fare un presidio sotto la doit di Roma è stata una fragilità di cui hanno approfittato, come hanno approfittato della poca reattività che abbiamo offerto a Genova e a Venezia. Dobbiamo prenderne atto e migliorare, l’unità è la nostra forza, ma la lucidità è quella che ci serve per utilizzarla al meglio. Visti i prossimi incontri alle porte dovremmo f are tesoro di quanto accaduto cercando di essere più efficaci.
Abbiamo bisogno di metodo e concretezza ora più che mai, per questo dovremmo rafforzare il sostegno alle iniziative che quotidianamente dobbiamo adottare per ostacolare le forzature che l’azienda sta imponendo e allo stesso tempo dovremmo f ar comprendere a chi oggi sta in disparte che non è questo il tempo per stare alla finestra a guardare.
Ce lo siamo detti milioni di volte che questa è un partita lunga che dovremo giocare anche là dove sono stati sottoscritti gli accordi; ci sono cose che possiamo fare e le faremo, ma prima di ogni altra cosa dobbiamo comprendere la funzione degli strumenti che utilizziamo.
In questo senso occorre chiarirsi su quale sia il ruolo dello sciopero nella nostra vertenza; è ovvio che uno sciopero al mese non incide sulla produttività ed è per quello che lavorare a regolamento sta facendo saltare molti più cantieri di quelli che può bloccare uno sciopero, però uno sciopero come quelli che stiamo promuovendo ha nelle adesioni la sua massima espressione della forza che può rappresentare.
Le iniziative che abbiamo fatto a Roma e Firenze, per quanto uniche per il nostro settore e di forte impatto, non possono ad oggi evidenziare, quanto il numero degli scioperanti, la forte contrarietà che i lavoratori stanno esprimendo e quell’opportunità che dobbiamo garantire a noi tutti. Per questo è quasi banale dover ribadire che il nostro prossimo appuntamento dovrà essere il 3 giugno e dovremmo lavorare tutti perchè sia crescente nei numeri e sappia dare una spinta ancora più forte. Adesso più che mai dobbiamo restare concentrati sull’obiettivo che è respingere il 10 gennaio, non è il momento di occuparsi di altro, dobbiamo cercare di fermare quell’emorragia che la doit di Roma ha riaperto, ma dobbiamo farlo cercando di indurre il nostro passo: arrancare disordinatamente non solo non ci aiuta, ma ci danneggia.


Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione

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