Azioni Aziendali che diminuiscono il livello di sicurezza sui cantieri

Quello che sta accadendo nella Doit Di Bologna, crea le premesse per aumentare in maniera esponenziale il rischio di esporre i lavoratori, soprattutto quando impegnati in attività di cantiere, ad infortuni che per le particolarità delle lavorazioni attenzionate, potrebbero avere esiti anche gravi.
Il contesto che state offrendo ai lavoratori coinvolti in quelle attività è pessimo e potrebbe produrre conseguenze tutt’altro che piacevoli.
Quando si lavora in un cantiere, specie se questo coinvolge più soggetti (imprese appaltatrici, ditte in subappalto etc.), è necessaria una buona organizzazione, il rispetto delle regole previste ed una serenità di esecuzione che deve essere garantita ai lavoratori interessati, ai quali è affidato il compito di destreggiarsi tra le complessità ed i rischi che le attività svolte inevitabilmente presentano.
Pertanto è inaccettabile che per risolvere le vostre controversie contrattuali, esponiate deliberatamente i lavoratori alle conseguenze derivanti dal clima che state imponendo.
Il fatto che il CCNL non consenta all’Azienda di usare i lavoratori a proprio piacimento (eppure lo avete firmato lo stesso) non giustifica la vostra scelta di ignorarne i limiti.
Prima che vi sia la tentazione di obiettare che il rispetto delle norme contrattuali è materia sindacale, un chiarimento è dovuto, cito questi aspetti al solo scopo di contestualizzare la segnalazione, affinchè sia chiaro cosa intendo e perchè lo sostengo, in questo ambito di confronto mi interessano solo i risvolti legati alla sicurezza sul lavoro che sono per funzione, di mia pertinenza e che quindi mi auguro vengano analizzati nel merito anziché essere elusi tentando di spostare il baricentro del confronto.
Quindi come dicevo, in questa Doit avete deciso sostanzialmente di ignorare tutti i limiti contrattualmente previsti imponendo d’imperio la vostra visione del mondo e agitando lo strumento sanzionatorio a chi avesse opposto un rifiuto.
E così scopriamo lavoratori che ad esempio si sono limitati a rispettare le normative di esecuzione (tra l’altro da voi emanate, come le verifiche delle condizioni di idoneità dei Mdo utilizzati, la prova freno, etc.) che si sono visti da un giorno all’altro modificare le attività sul verbale di breafing e che hanno imposto loro una articolazione delle attività che superava di gran lunga la prestazione per come prevista contrattualmente, imponendola con un ordine scritto (M.40) e che adduceva ragioni di sicurezza, ma che in realtà aveva come obiettivo il garantirsi un aumento della produzione.
Sinceramente il nesso causale tra la sicurezza e l’aumento della produzione mi sfugge, fatto stà che il messaggio che è passato è sostanzialmente questo: lavorare rispettando le regole contrattuali e di sicurezza non è in linea con gli obiettivi aziendali e se il lavoratore non vuole subire sanzioni deve adeguarsi in silenzio.
Il passaggio del Capo Unità tra quei lavoratori nei giorni successivi a quelli in cui sono stati emessi gli M40 dagli Specialisti /Cum, per ribadire la posizione aziendale e verificare che i lavoratori avessero recepito la lezione ha fatto il resto.
Sé a questo aggiungiamo i turni che prevedono prestazioni sette giorni su sette con una articolazione a dir poco fantasiosa e che non tiene conto della collocazione, dei limiti orari giornalieri/settimanali, niente riposo ne conpensativo ne la Domenica, per non parlare del fatto che tra due settimane lavorative di 5 giorni dovrebbero essere garantite 48 ore consecutive di riposo in ogni caso, e che il tutto viene imposto brandendo lo strumento sanzionatorio anche senza che questi fosse coerente con la funzione per cui è stato previsto, che umore vi aspettate si generi tra i lavoratori che subiscono questa “aggressione”?
Con quale serenità dovrebbero destreggiarsi tra i rischi (sempre in agguato) che il nostro lavoro ci offre, specie quando trattasi di cantieri che per promiscuità e complessità amplificano inevitabilmente il rischio che anche un banale calo di attenzione diventi fatale?
Basterebbe pensare ai casi di Brandizzo o di Chiari, senza andare troppo indietro nel tempo, per comprendere che liquidare queste tragedie con l’equazione che vede ricadere le responsabilità solo sui morti sia poco credibile.
Certo le ragioni in quei casi saranno state pure diverse ma sembrano avere in comune un aspetto che individua la produzione come prioritaria rispetto alla sicurezza sul lavoro.
Come in altre occasioni mi è già capitato di sostenere, il contesto in cui si opera è importantissimo e in un ambiente di lavoro che sia soggetto a iniziative aziendali del genere è inevitabile che i rischi aumentino.
Per chi conosce il nostro mondo lavorativo non è difficile comprendere le preoccupazioni che sono alla base di questa segnalazione e non credo basti qualche sindacalista compiacente che giri la testa dall’altra parte per sottrarvi dalle responsabilità del caso, pertanto vi invito a ripristinare immediatamente un clima sereno, perchè sia chiaro, adesso di sicuro ne siete a conoscenza, con tutte le responsabilità di specie che questo comporta.
Nel riservarmi di richiedere l’intervento degli organi di controllo preposti in mancanza di un riscontro positivo, resto a disposizione per qualsiasi precisazione o chiarimento in merito alla segnalazione in oggetto.

Distinti Saluti

Bologna 25 febbraio 2024

Rappresentante Lavoratori Sicurezza
Alberto Russo

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